ECCO CI RISIAMO, TORNA IN CORSA IL DOPING. IN UN TOUR DEL CENTENARIO FORSE GIA' SCRITTO SI TORNA A PARLARE DI UN PASSATO ORMAI LONTANO. SI TORNA A PARLARE DEL TOUR 1998, QUELLO VINTO DAL PIRATA.
La sentenza dell’agosto del 2012 sembrava aver finalmente tirato una riga da cui ripartire. Il ciclismo, con la cancellazione definitiva di Lance Armstrong, si impegnava a liberarsi per sempre del doping e a fare del 2013 l’anno ‘zero’ del mondo delle due ruote. Questione di responsabilità. E’ quella cui si trovano di fronte i corridori che parteciperanno al Tour de France 2013. Il ciclismo ha bisogno di mettersi per sempre alle spalle l’ombra di Lance Armstrong, del doping, e di quello che è stato considerato dalle istituzioni come ‘il sistema più sofisticato e ramificato della storia’ di questo e di tutti gli sport in generale.
Sembrava tutto passato, tutto finito (a parte ovviamente eccezioni che non si possono controllare), e invece ecco venire a galle l’ennesima verità che riporta sulla terra. Durante il Tour de France 1998, quello vinto da Marco Pantani e caratterizzato dallo scandalo Festina, furono prelevate 60 provette, che nel 2004 vennero poi controllate dall’agenzia antidoping francese. Si cercava l’Epo, e – grazie ai metodi sviluppati durante Sydney 2000 – l’Afld la trovò abbastanza agevolmente. Dopo quello di Laurent Jalabert, ex commissario tecnico della Nazionale di ciclismo francese e che commentava le due ruote in tv (avrebbe dovuto seguire anche la Grande Boucle 2013, ma si è chiamato fuori proprio sulla base di questa notizia), altri nomi usciranno nei prossimi giorni. Proprio durante il Tour de France che doveva aiutarci a cancellare il doping e a ripartire dopo l’imbroglio di Armstrong. Ora, in attesa che altri (ex) corridori vedano macchiate le loro carriere, non resta altro che affidarci alla strada. Sperando che emozioni. Perché tutto il resto ha davvero stancato.
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