LA STORIA DI QUESTO LIBRO
Nel 2004, mi sono trasferito in Spagna con la mia famiglia per scrivere un libro sul tentativo di Lance Armstrong di vincere il suo sesto Tour de France consecutivo. Era affascinante come progetto per molte e diverse ragioni. La più grande è il mistero "incandescente" che sta al centro di tutto: chi era Lance Armstrong, veramente? Un vero e degno campione, come molti credevano? Un dopato e imbroglione, come altri hanno sempre sostenuto? O viveva nello spazio d'ombra in mezzo a tali
posizioni? Abbiamo affittato, io e la mai famiglia, un appartamento presso la "base di addestramento" di Armstrong, nella città di Girona. Erano dieci i minuti a piedi che ci separavano dalla casa/fortezza di Armstrong, condivisa con la sua ragazza che al tempo era la famosa cantante Sheryl Crow. Ho vissuto quindici mesi sul pianeta Lance Armstrong, ho passato molto tempo con gli amici di Armstrong, con i compagni di squadra, gli agenti, i detrattori, e, naturalmente, lo stesso Armstrong. Mi piaceva l'abbondare di energia in Armstrong, il suo acuto senso dell'umorismo, e le sue capacità di leadership. Non mi piacevano invece: la sua volatilità, il suo segreto, o il modo in cui a volte trattava i compagni di squadra e gli amici, salvo poi, dopo un'amichevole occhiolino, riappacificare lo screzio e rimettere tutto com'era prima. Quello di Armstrong è stato - ed è - fisicamente e mentalmente, lo sport più impegnativo dell'intero pianeta. Ho cercato di riportare tutti i lati della storia nel miglior modo che potevo, e ho scritto La Guerra Lance Armstrong, nella quale ho chiesto ai compagni di Lance di essere equi e obiettivi nei loro giudizi.(Armastrong ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe avuto alcun problema con questo libro). Nei mesi e negli anni dopo la pubblicazione del libro, le persone, spesso, mi chiedevano se pensavo Armstrong come un drogato. Ero ancora indeciso sulla questine, diciamo sul 50 e 50, con il rischio costante, con il passare degli anni, che questa ipotesi aumentasse le sue percentuali. Da un lato, si è avuta una prova in circostanze evidenti : Gli studi, infatti, hanno mostrato che il doping potenzia la propria prestazione dal 10 al 15 %; in uno sport in cui le corse spesso sono state decise da una frazione di un singolo punto percentuale questo fattore assume moltissima rilevanza. Si noti poi il fatto che quasi tutti gli altri corridori che hanno conquistato e condiviso il podio del Tour de France con Lance sono stati legati a faccende riguardanti il doping, insieme a cinque compagni di Armstrong nella U.S Postal. Sappiamo poi della strettissima e duratura collaborazione di Armstrong con il dr. Michele (pronunciato mikel-ay) Ferrari, ovvero "dr.Evil", l'italiano misterioso riconosciuto come uno dei medici più infami in questo sport. D'altra parte, è risaputo che Armstrong abbia superato indenne, e a pieni voti, decine e decine di test anti-doping. Dato di fatto è che Lance si difese con vigore e prevalse anche in diverse cause che lo portarono in tribunale. Inoltre nella parte posteriore della mia mente ripiegavo sempre con il pensiero al suo doloroso passato : se si fosse scoperto Armstrong dopato, allora si poteva parlare di una "parità" di condizioni, non è forse così? Qualunque fosse stata la verità, ero sicuro al 100 per cento che non avrei mai potuto scrivere di doping e / o Armstrong di nuovo. Per dirla con semplicità, il doping avrebbe rappresentato una sorta di rottura. Certo, era affascinante, in una sorta di racconto a modi cappa e spada, ma più ci si inoltrava nell'argomento, più si otteneva "il cattivo" e il "torbidume" del ciclismo : storie di medici pericolosamente qualificati, direttori di squadra macchiavellici, e cavalieri (corridori) disperatamente ambiziosi che hanno subito profondissime ferite, sia fisiche sia psicologiche. Era un periodo buio, reso ancora più oscuro, durante i giorni trascorsi a Girona, per la morte di due delle stelle più brillanti dell'epoca Armstrong: Marco Pantani (Depressione, overdose di cocaina, all'età di 34 anni) e Josè Maria Jimenez (Depressione, attacco di cuore,all'età di 32 anni) e il tentato suicidio di un'altra stella del tempo, ovvero Frank Vandenbroucke a solo 30 anni.
posizioni? Abbiamo affittato, io e la mai famiglia, un appartamento presso la "base di addestramento" di Armstrong, nella città di Girona. Erano dieci i minuti a piedi che ci separavano dalla casa/fortezza di Armstrong, condivisa con la sua ragazza che al tempo era la famosa cantante Sheryl Crow. Ho vissuto quindici mesi sul pianeta Lance Armstrong, ho passato molto tempo con gli amici di Armstrong, con i compagni di squadra, gli agenti, i detrattori, e, naturalmente, lo stesso Armstrong. Mi piaceva l'abbondare di energia in Armstrong, il suo acuto senso dell'umorismo, e le sue capacità di leadership. Non mi piacevano invece: la sua volatilità, il suo segreto, o il modo in cui a volte trattava i compagni di squadra e gli amici, salvo poi, dopo un'amichevole occhiolino, riappacificare lo screzio e rimettere tutto com'era prima. Quello di Armstrong è stato - ed è - fisicamente e mentalmente, lo sport più impegnativo dell'intero pianeta. Ho cercato di riportare tutti i lati della storia nel miglior modo che potevo, e ho scritto La Guerra Lance Armstrong, nella quale ho chiesto ai compagni di Lance di essere equi e obiettivi nei loro giudizi.(Armastrong ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe avuto alcun problema con questo libro). Nei mesi e negli anni dopo la pubblicazione del libro, le persone, spesso, mi chiedevano se pensavo Armstrong come un drogato. Ero ancora indeciso sulla questine, diciamo sul 50 e 50, con il rischio costante, con il passare degli anni, che questa ipotesi aumentasse le sue percentuali. Da un lato, si è avuta una prova in circostanze evidenti : Gli studi, infatti, hanno mostrato che il doping potenzia la propria prestazione dal 10 al 15 %; in uno sport in cui le corse spesso sono state decise da una frazione di un singolo punto percentuale questo fattore assume moltissima rilevanza. Si noti poi il fatto che quasi tutti gli altri corridori che hanno conquistato e condiviso il podio del Tour de France con Lance sono stati legati a faccende riguardanti il doping, insieme a cinque compagni di Armstrong nella U.S Postal. Sappiamo poi della strettissima e duratura collaborazione di Armstrong con il dr. Michele (pronunciato mikel-ay) Ferrari, ovvero "dr.Evil", l'italiano misterioso riconosciuto come uno dei medici più infami in questo sport. D'altra parte, è risaputo che Armstrong abbia superato indenne, e a pieni voti, decine e decine di test anti-doping. Dato di fatto è che Lance si difese con vigore e prevalse anche in diverse cause che lo portarono in tribunale. Inoltre nella parte posteriore della mia mente ripiegavo sempre con il pensiero al suo doloroso passato : se si fosse scoperto Armstrong dopato, allora si poteva parlare di una "parità" di condizioni, non è forse così? Qualunque fosse stata la verità, ero sicuro al 100 per cento che non avrei mai potuto scrivere di doping e / o Armstrong di nuovo. Per dirla con semplicità, il doping avrebbe rappresentato una sorta di rottura. Certo, era affascinante, in una sorta di racconto a modi cappa e spada, ma più ci si inoltrava nell'argomento, più si otteneva "il cattivo" e il "torbidume" del ciclismo : storie di medici pericolosamente qualificati, direttori di squadra macchiavellici, e cavalieri (corridori) disperatamente ambiziosi che hanno subito profondissime ferite, sia fisiche sia psicologiche. Era un periodo buio, reso ancora più oscuro, durante i giorni trascorsi a Girona, per la morte di due delle stelle più brillanti dell'epoca Armstrong: Marco Pantani (Depressione, overdose di cocaina, all'età di 34 anni) e Josè Maria Jimenez (Depressione, attacco di cuore,all'età di 32 anni) e il tentato suicidio di un'altra stella del tempo, ovvero Frank Vandenbroucke a solo 30 anni.
* FINE PRIMA PARTE