http://hst.tradedoubler.com/file/20649/tdpull/domain_verification_code_example.gif Verona Cycling: CASO TOUR 1998, CROSETTI:" STANNO PER UCCIDERE UN MORTO" http://hst.tradedoubler.com/file/20649/tdpull/domain_verification_code_example.gif

lunedì 1 luglio 2013

CASO TOUR 1998, CROSETTI:" STANNO PER UCCIDERE UN MORTO"


SEMBRA NON TROVARE MAI PACE MARCO PANTANI. IL 18 LUGLIO SARA' RESA NOTA LA LISTA DEI POSITIVI AL TOUR DEL 1998. SEMBRA ORMAI CERTO CHE IN QUELLA LISTA CI SIA ANCHE IL NOME DEL PIRATA. ECCO L'ARTICOLO DI MAURIZIO CROSETTI APPARSO SU REPUBBLICA.

Stanno per uccidere un morto e lo sanno. «Sì, consideriamo l' ipotesi di togliere Marco Pantani dall' albo d' oro del Tour de France 1998». Il signor Pat McQuaid è il presidente del ciclismo mondiale: negli anni dei grandi veleni era già l'uomo di poteri e favori, e lì è rimasto. Ora, dice che il verdetto postdatato sulle provette di quindici anni fa puÚ davvero cancellare per sempre i resti sportivi di Pantani (ma con Riis non lo fecero, perché?), vincitore in Francia nel ' 98, ultimo italiano a riuscirci dopo Felice Gimondi.
E quei poveri resti è come se venissero riesumati proprio il 18 luglio, giorno in cui la commissione del Senato francese tirerà fuori i nomi dei corridori che in quel lontano Tour assunsero Epo, sostanza scoperta solo nel 2004, quando furono messi a punto i test per smascherarla. Non è sicuro che ci sia di mezzo il Pirata, però  la riposta di McQuaid sembra più di un indizio. Mamma Tonina reagisce: «È una vergogna, aspetto il 18 e dirò  tutto». Non riposerà in pace, Marco Pantani, nel giorno in cui il Tour scalerà l'Alpe d' Huez, la sua montagna, quella dove lui trionfò nel'95 (il record resiste ancora) e nel'97: un anno più tardi, il doppio successo al Giro e al Tour, conquistato nella tappa delle Deux Alpes. A Parigi, Pantani precedette il tedesco Ullrich, reo-confesso dopo un quindicennio, e l'americano Julich, altro pentito tardivo. Fu il Tour del caso-Festina, con 52 italiani in gara e 6 vittorie: due per Pantani e Cipollini, una per Massi e Nardello. Adesso, nonostante la prescrizione, sono in tantia tremare. Ma la cosa sconvolgente è che per la prima volta nella storia, non solo del ciclismo ma dello sport, un morto rischia di risultare positivo a un controllo antidoping. È un' eventualità macabra e triste, anche perchè il ragazzo scomparso nel giorno di San Valentino del 2004 non ebbe mai questa esperienza in vita: lo fermarono al Giro d'Italia del ' 99, nella famosa mattina di Madonna di Campiglio, perché i valori del suo ematocrito erano più che abnormi, ma tecnicamente non si trattò di antidoping. Anche la sua fine prese un' altra strada, seppure parallela: overdose di cocaina. Quel giorno, nel residence di Rimini, accadde qualcosa di mai svelato, ombre destinate probabilmente a non svanire mai. Marco morì solo come un cane, vittima di una profondissima depressione, perduto e non solo per il ciclismo che aveva già abbandonato, e dal quale era stato rimosso. Nessuno, in questo Tour baciato dal sole
sfavillante della Corsica e dai colori più vivi al mondo, riesce a evitare il pensiero nero del 18 luglio. Una commissione di corridori guidata dal più anziano del gruppo, il tedesco Jens Voigt, 41 anni, ha chiesto al ministro francese dello sport Valérie Fourneyron di intercedere presso il Senato perché la lista dei dopati del ' 98 venga resa nota solo a corsa conclusa: «Quei veleni appartengono al passato, e noi saremmo screditati e offesi». Ma la richiesta degli atleti è stata fermamente respinta: nonostante i tempi lunghissimi di questa vicenda, iniziata addirittura quindici anni fa (i prelievi) e proseguita nel 2004 (i test), nel giorno della doppia ascesa all' Alpe d' Huez non si potrà evitare il fango postumo, anche se a volte il dolore coincide con la verità. Però, dopo tanto tempo, aspettare quattro giorni in più non avrebbe cambiato nulla. I fantasmi del doping e di Pantani saranno dunque i compagni della corsa, fino all'ultimo istante. «Questi signori cosa vogliono?» si domanda Beppe Martinelli, che del Pirata era il direttore sportivo e lo guidava dall' ammiraglia. Ora è qui, con i kazaki dell' Astana. «Pensano forse di cancellare tutti gli albi d' oro della storia? Fino a dove? Prima di parlare, certa gente dovrebbe fare più attenzione». Martinelli era parte in causa, e lo si può capire, tuttavia l' imbarazzo riguarda anche chi non venne mai neppure sfiorato dal caso-Pantani. Come Jonathan Vaughters, manager della Garmin-Sharp, che su Twitter scrive la frase che tutti pensano: «Marco è morto».


Ma una volta sola non basta.

da «La Repubblica» del 1 luglio 2013, a firma Maurizio Crosetti