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martedì 2 luglio 2013

POVERO MARCO...


MOLTI GLI ARTICOLI APPARSI SUI GIORNALI DI QUESTI GIORNI RIGUARDO LA POSSIBILE SQUALIFICA POSTUMA DEL PIRATA DI CESENATICO, ECCO COSA SCRIVE IL RESTO DEL CARLINO.

Nel doping retrò, il campione di Cesenatico torna d'attualità...

DOPING | Povero Pantani: nemmeno nell’aldilà riesce a trovar pace. Nel doping retrò, ultima moda che il Tour lancia in occasione del suo centenario, finisce anche il suo nome. Lo evoca la popolare Equipe, il più importante quotidiano sportivo di Francia essendo anche l’unico. Intervistando Pat McQuaid, grande capo del ciclismo mondiale, gli chiede cosa ne sarà della vittoria ottenuta dalla buonanima sulle strade gialle nel ’98 nel caso in cui anche il Pirata fosse compreso nella lista dei ciclisti che, in base alla revisione dei controlli dell’epoca disposta di recente dal senato francese, risultano aver usato sostanze vietate. Risposta: ‘Pantani potrebbe esser cancellato dall’albo d’oro’.  



Prima osservazione: la lista verrà resa nota il 18 luglio, giorno in cui il Tour scalerà due volte l’Alpe d’Huez, montagna sacra per il ciclismo e anche per l’epopea di Pantani. Fino a quel giorno, non sapremo se in questo famigerato elenco il campione romagnolo c’è. Al momento, insomma, McQuaid si è limitato a rispondere come un qualsiasi funzionario dell’erario al quale viene chiesto: se uno evade il fisco, rischia la multa?

Seconda osservazione: è quantomeno bizzarro che il ciclismo continui a tirare righe sugli albi d’oro colpendo a casaccio. Dopo aver cancellato i sette Tour di Armstrong, minaccia di fare altrettanto con Pantani, senza avere ancora la certezza della sua colpevolezza. Peccato che McQuaid non spieghi come mai sia ancora al suo posto la vittoria di Bjarne Riis, che senza bisogno di inchieste o altre sollecitazioni giudiziarie qualche anno fa ha pubblicamente ammesso di aver conquistato la Francia nel 1996 grazie a una benzina speciale e tristemente popolare come l’epo. Né risulta che sia stata chiesta la restituzione del suo trionfo giallo a Jan Ullrich, entrato pochi giorni fa nel club di chi ha confessato il doping.

Terza osservazione: è spiacevole, oltre che fuori dai tempi consentiti dalle norme, rispolverare un passato lontano. Coinvolgere chi non c’è più e non è in grado di difendersi è perfino sgradevole. Dovesse essere in questa lista che tanto eccita la fantasia dei francesi, Pantani vedrebbe attribuire alla sua tragica storia il capitolo che mancava: mai, nella sua carriera, è stato trovato positivo ad un controllo. Succedesse a quindici anni di distanza, non cambierebbe comunque il senso di quel Tour: avendo battuto due corridori come Ullrich e Julich che facevano uso di doping, Marco avrebbe corso alla pari, senza rubare nulla a nessuno. E anche per questo meriterebbe di esser lasciato riposare in pace.

 «Il Resto del Carlino» del 1 luglio 2013 a firma Angelo Costa