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mercoledì 14 novembre 2012

FAUSTO COPPI - I miti del ciclismo - II parte (HD)



FAUSTO COPPI - II parte 


Dopo la conquista del titolo italiano nell'inseguimento, lo attendeva un'altro episodio sfortunato. Nel giugno del 1942 cadde sul parquet del Velodromo Vigorelli di Milano, fratturandosi la clavicola sinistra. In quel periodo di sosta maturò l'idea di conquistare il record dell'ora che, dal 1937, era detenuto dal francese Archanbaud.
Il caporale Fausto Coppi del 38° reggimento fanteria, in un fresco mattino del 7 novembre, percorse in 60 minuti 45 chilometri e 798 metri, riuscendo nell'impresa. C'era un pallido sole, le tribune del Vigorelli erano deserte, sulle curve stavano gli amici, i tifosi e
i meccanici pronti ad intervenire per una eventuale foratura. Dopo vari tentativi e discussioni con i tecnici, Coppi decise di adottare per la grande prova il rapporto 52/15 (metri 7,38 di sviluppo), con pedivelle di 170 mm. Le gomme pesavano 120 grammi. Parve, ad un certo punto, che non ce l'avrebbe fatta, ma la sua tenace volontà lo spinse a ritrovare quelle forze che lo fecero, alla fine, prevalere. Quando venne superato, Archanbaud si oppose. Addusse varie scuse. Vi era il problema dei sacchetti posti ai margini della pista che non parvero regolari. Ma con una semplice variante sulla media, apportata dalla Federazione, relativa alla posizione dei sacchetti, il primato rimase a Coppi. Nel frattempo le sorti della guerra non erano favorevoli e il 38° reggimento fanteria (Divisione Ravenna) partì dal porto di Napoli con destinazione Africa del Nord. A Fausto non vennero concessi privilegi e seguì i suoi compagni. Il 17 maggio del 1943 cadde prigioniero degli inglesi in Algeria, rimanendo nel campo di concentramento di Megez el Bab per un lungo anno. Poi divenne motociclista e passò nel campo di Blida, presso Algeri. Il 3 febbraio del 1945 fu rimpatriato e destinato al servizio presso un comando della R.A.F come portaordini. Era rimasto senza un soldo. Fu aiutato da qualche vecchio amico e partecipò anche ad alcune competizioni con la S.S. Lazio. Al termine della Seconda Guerra Mondiale salì da Roma a Castellania in bicicletta. Come lui amava spesso ricordare "fu una splendida corsa vittoriosa...". Ritrovò la mamma, le sorelle Dina e Maria, i fratelli Livio e Serse, lo zio Giuseppe, ma soprattutto le corse, quelle vere. Nel 1945 Fausto riapparve sulle strade italiane vincendo la Coppa Salvioni, la Coppa Candelotti, il Circuito di Milano, il Circuito di Lugano e il Circuito di Ospedaletti. Il primo numero di "Tuttosport" versione bisettimanale (30 luglio 1945)  riportò in prima pagina la vittoria di Vito Ortelli nella 28a Milano-Torino. Fausto Coppi, attardato da incidenti, tagliò il traguardo al quinto posto. Il 22 novembre del 1945 si sposò nella chiesa di Sestri Ponente con Bruna Ciampolini e due anni dopo, il 1° novembre 1947, nacque sua figlia Marina.