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venerdì 17 maggio 2013

HESJEDAL-WIGGINS DOPPIO RITIRO AL GIRO


2013 Giro d'Italia Scarponi Wiggins Hesjedal
IL GIRO PERDE DEFINITIVAMENTE QUELLI CHE SULLA CARTA DOVEVANO ESSERE I PRETENDENTI ALLA MAGLIA ROSA DI VINCENZO NIBALI IN QUESTO GIRO 2013. DOPO AVER ACCUSATO IMPORTANTI RITARDI NELLE PRECEDENTI TAPPE IL CORRIDORE IN MAGLIA SKY E QUELLO IN MAGLIA GARMIN DECIDONO DI ABBANDONARE IL GRUPPO.

Finisce di venerdì 17, e a pochi minuti della partenza della tappa numero 13, il Giro d’Italia di Ryder Hesjedal e Bradley Wiggins. I due corridori, alla Corsa Rosa con l’obiettivo di vincere la classifica generale, salutano il plotone poco dopo il giro di boa.



Hesjedal, trionfatore a sorpresa dell’edizione 2012 del Giro, si era presentato al via di Napoli con l’ambizione di bissare il successo dello scorso anno. Più magro, più determinato e con determinazione, convinzione e condizione decisamente migliori rispetto a dodici mesi fa: così appariva il canadese alla vigilia del Giro d’Italia 2013, una cosa – tuttavia – che gli ha riservato solo delusioni. Già dalla cronometro di Gabicce Mare si era capitato che il capitano della Garmin-Sharp avrebbe fatto fatica: e per la conferma si è dovuto aspettare la frazione successiva, quella con arrivo a Firenze, che lo ha visto perdere oltre un minuto dai big della classifica. Il crollo definitivo nella tappa col traguardo posto sull’Altopiano del Montasio: Hesjedal arriva 21 minuti dopo i big e di fatto saluta la Corsa. “Non so perché quest’anno non vado – dirà – mi sento bene, di testa e di gambe, ma il mio corpo non risponde come vorrei”. Il ritiro è inevitabile.
Decisamente più sfortunato del collega è stato invece Bradley Wiggins. Che abbiamo scoperto avere una paura folle dell’acqua, ma anche essere poco accompagnato dalla buona sorte. Il vincitore del Tour de France 2012, che soffre per un’infezione alle vie respiratorie peggiorata negli ultimi giorni a causa del maltempo, dalla caduta di Pescara, a 5 km dall’arrivo e che gli ha fatto perdere 1’24’’, non si è sostanzialmente più ripreso. E il suo morale, oltre che la sua condizione, è andato via via peggiorando con il passare delle giornate. Nemmeno durante la cronometro di Saltara, la frazione sulla carta a lui più congeniale e che chiuderà al secondo posto alle spalle di Dowsett, è riuscito a fare la differenza. Anche per colpa della sfortuna, certo, che lo ha costretto a fermarsi per 12’’, cambiare bicicletta e perdere altro tempo per ripartire e rilanciare l’azione. Nella tappa del Montasio, con la Sky che fa corsa dura fin da subito per favorire l’attacco di Uran negli ultimi chilometri, va in difficoltà nella salita finale e chiude a 37’’ da Nibali. Ieri, nella frazione con arrivo a Treviso, l’ultima giornata difficile. Prima della resa di oggi, venerdì 17 e alla vigilia della tappa numero 13. Forse Wiggins ha valutato anche questo: sfidare ancora la sorte sarebbe forse stato troppo. Il baronetto saluta l'Italia con una convinzione: il Giro non è il Tour de France. E' più difficile, e sicuramente più imprevedibile.
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