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mercoledì 22 maggio 2013

GIRO 2013: A TRIONFARE IN QUEL DI VICENZA E' ANCORA VISCONTI.

2013 Giro d'Italia Visconti (Foto AP/LaPresse)
DOVEVA ESSERE LA TAPPA PER VELOCISTI O PER UN'ARRIVO A RANGHI RISTRETTI, MA A TAGLIARE IL TRAGUARDO IN PERFETTA SOLITUDINE E' STATO, ANCORA UNA VOLTA, GIOVANNI VISCONTI CHE COGLIE IL SUO SECONDO SUCCESSO IN QUESTO GIRO.


La testa, nel ciclismo così come nella vita in generale, rappresenta il ‘tutto’. E’ una cosa nota, ma a volta fa bene ricordarlo. Giovanni Visconti, a Vicenza, ci dà la possibilità di farlo. Perché quello che il siciliano della Movistar mette in atto nel finale della 17esima tappa del Giro d’Italia è un qualcosa che, senza ‘testa’ (abbreviazione di ‘convinzione nei propri mezzi’) non si può fare. Senza il Galibier non ci sarebbe stata Vicenza e, senza Vicenza, adesso Giovanni Visconti non sarebbe nuovamente consapevole della sua forza. Che è immensa, quella di un campione.
Per il tre volte campione italiano si tratta della seconda vittoria in questo Giro d’Italia, la terza di fila per la Movistar che ne ha messe insieme quattro dall’inizio di questa Corsa Rosa: due appunto con Visconti, una a testa con Dowsett e Intxausti.
FUGA A QUATTRO - L’azione che caratterizzerà questo 17esimo giorno di corsa nasce dopo appena 200 metri dopo il via. All’attacco Rubiano Chavez (Androni), Belkov (Katusha), che ha vinto la tappa con arrivo a Firenze, Dockx (Lotto Belisol) e Durbridge (Orica GreenEdge), l’ultimo tra i fuggitivi ad accodarsi alla fuga. I battistrada, che arrivano a guadagnare un vantaggio massimo di poco superiore ai cinque minuti (5’18’’), vedono il loro margine diminuire progressivamente dai -50 dall’arrivo in poi.
VINI FANTINI ALL’ATTACCO – Dopo oltre 180 km di tranquillità assoluta, a Barbaro Vicentino cominciano i primi saliscendi. Belkov, l’uomo con più chilometri di fuga nelle gambe di tutto il Giro, perde subito le ruote dei compagni d’attacco. Il gruppo maglia rosa, lontano poco più di 1’ dalla testa della corsa (davanti restano in tre, Chavez, Dockx e Durbridge), è guidato dagli uomini della Vini Fantini di Scinto, che si mettono a fare l’andatura per cercare di portare Oscar Gatto, di Montebelluna, a fare la volata per la vittoria di tappa. Siamo ai 25 km dall’arrivo, alla salita di Crosara (Gpm di 4a cat) mancano solo 3km.
ATTACCA DI LUCA, POI VISCONTI FA LA DIFFERENZA – Proni forza in testa al gruppo, con Di Luca che fiuta l’occasione e si accoda al compagno di squadra. Il Killer di Spoltore recupera Rubiano Chavez, che nel frattempo era rimasto da solo al comando e forza l’andatura. Sembra l’azione buona, ma Di Luca non ha fatto i conti con un indemoniato Giovanni Visconti, di nuovo ‘corridore vero’ dopo il successo sul Galibier. Il siciliano della Movistar esce con convinzione dal gruppo maglia rosa e, con poche pedalate, si porta senza fatica sulla testa della corsa. Di Luca cede, Rubiano Chavez resiste qualche centinaia di metri e poi non può fare altro che rialzarsi. Il ritmo di Visconti è incredibile: passata la vetta del Gpm, il tre volte campione italiano si butta in discesa senza paura e affronta con coraggio e tenacia i 10 km di pianura che lo separano dall’arrivo di Vicenza.
VINCERE: UNA QUESTIONE DI TESTA... - Il gruppo non riesce a organizzarsi a dovere: all’interno di quel che resta del plotone principale si susseguono scatti e contro-scatti che non fanno altro che favorire l’azione di Visconti, il quale chilometro dopo chilometro acquista sempre più sicurezza nei propri mezzi. Fino all’esplosione di gioia finale sotto il traguardo di Vicenza. Un successo, il secondo di questo Giro, che lo ripaga di un anno di sacrifici e di difficoltà. Aveva paura, Giovanni, paura di non farcela, paura di non essere più il corridore di una volta. E invece gli è ‘bastato’ sbloccarsi sul Galibier, tornare a vincere come un ‘grande’ su una vetta mitica, per capire che vincere, in fondo, è un po’ come andare in bicicletta. Quando lo si sa fare, non lo si può dimenticare.