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domenica 9 dicembre 2012

CASO ARMSTRONG:" SE NON RICONCILIA PER IL CICLISMO LO FACCIA PER I MALATI DI CANCRO"


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HA TRADITO MOLTI SPORTIVI CON LE SU BUGIE, MA QUEL CHE E' PEGGIO HA TRADITO LA FIDUCIA DI CHI LO AVEVA PRESO AD ESEMPIO NELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO: " SE ARMSTRONG NON VUOLE RICONCILIARSI PER IL MONDO DEL CICLISMO LO FACCIA PER LA SUA GENTE " PER MOLTI PUO' ANCORA FARE DEL BENE".  

Quando Lance Armstrong giunse in procinto di quel podio, a Parigi, dopo aver vinto il Tour de France nell'estate del 1999, diede un messaggio potente. Conquistò l'ammirazione di persone colpite da un brutto male come il cancro e non solo in America, ma in tutto il mondo. Il giovane Armstrong  dimostrò che era possibile eccellere in uno sport estremo, fatto di  resistenza come il ciclismo, dopo l'intervento chirurgico e chemioterapia causa un tumore aggressivo metastatico. Ha fatto sembrare tutto
estremamente facile: come curare il cancro e pedalare su e giù per una montagna, vincendo anche. LIVESTRONG è stata una trovata indiscutibilmente brillante e apparentemente molto semplice. Chi a partire dagli anni 2000 non hai mai visto o indossato uno di quei braccialetti gialli della fondazione Armstrong: "Mi sono superato" - spiegò Lance: "lavoro,"Fantastic" era il commento tra i medici del tempo. Ma in pochi potevano sapere  riguardo al doping nello sport e nello specifico nel ciclismo . Non si è stati in grado, al tempo, di mettere prepotentemente in discussione i risultati raggiunti da Armstrong. Impellente era raccontare la favola perfetta, una favola letta prima, a supporto e testimonianza della potente ed esponenziale crescita della medicina moderna e di farmaci contro il cancro.

Col senno di poi è chiaro che tutti i malati - i pazienti e i loro bambini, genitori, amanti, infermieri, medici, fisioterapisti e assistenti sociali, tutti loro in andarono a vincere con Armstrong quel tour del 1999 e poi tutti quelli successivi. Hanno fatto il tifo per quel giovane che diede a loro uno scenario migliore di quello che la vita poteva essere superato il tremendo male. Egli era speranza, non con le parole, come gli oncologi fanno con i loro pazienti, ma con fatti. La sua influenza è stata contagiosa, e per ciò risulta di vitale importanza. Egli riusci fisicamente a sostenere cure massacranti e a sopportare farmaci che avrebbero demolito chiunque. Ed è qui che  risiede questa sorta di 'etica medica :il racconto di Armstrong ha fatto sentire bene milioni di malati nel mondo, che accettarono più volentieri ma con moltissimi sacrifici le prescrizioni e i trattamenti sottoscritti dai medici anche se questi risultavano molto, troppo invasivi. Certo, sapevamo che era un valore anomalo dal Get-go. Pochi passo malati di cancro in una clinica dopo aver vinto eventi sportivi internazionali. La sua storia modificò le aspettative dei pazienti. Chiunque, da allora, poteva avere una possibilità. Ma tutto ciò viene ora a crollare rovinosamente con le prove schiaccianti a carico di Lance. L'uso pluriennale di sostanze come eritropoietina, testosterone, steroidi e altri farmaci e/o emotrasfusioni prima e durante i suoi Tour per tutti è può aver causato la formazione di qualsiasi tipo di cellula tumorale. Molti pazienti e sostenitori ancora lo sostengono, spesso solo in parte, ma in verità ciò può solo avvenire mentendo un po a se stessi. "Era un eroe, un sopravvissuto, e lui ci ha deluso tutti." Questo può essere difficile da accettare per tutti i malati di cancro che Lance ha aiutato, ma è la cruda realtà dei fatti. Il cancro ai testicoli che in prima fase colpì Armstrong già negli anni 2000 colpiva circa 8.000 uomini solo negli Stati Uniti ogni anno. Armstrong aveva 25 anni al momento della diagnosi che avvenne nel famoso settembre 1996. Tale patologia c si verifica più frequentemente negli uomini caucasici di età compresa tra 15 e 34. Il suo tumore si era diffuso, ampiamente, ai polmoni e al cervello. La sua prognosi era delicatissima. Come racconta nel suo libro: " ho sofferto settimane di conati di vomito e nausea, calvizie, perdita di peso e stanchezza in modo grave" . Ha sperimentato il vero dolore Lance Armstrong, la vera la paura. Ma ha vinto. Oggi, circa 13.700 mila persone sono vive negli Stati Uniti dopo una diagnosi di cancro. Ma mentre alcuni, senza problemi, possono tornare a scuola o al lavoro o ancora riprendere le loro attività in ottima forma, molti subiscono a lunghissimo termine gli effetti collaterali del trattamento. Molti devono dipendere da altri ​​o sono disoccupati è ciò provoca stati di depressione comune, soprattutto tra i giovani malati. Tutti possono imparare molto, dalla storia di Armstrong. Nel suo libro, paragona il Tour de France come metafora di vita: "piena di cime, valli, sfide e prospettive nuove,"  Molte delle persone aiutate dalla Livestrong vedono la sua metafora giusta e credibile,  ma non capiscono ancora come possa continuare a mentire anche davanti l'evidenza dei fatti. Possono perdonarli il doping, ma non questa sua ultima scelta di omertà, si doveva comportare in maniera diversa. Nel continuo sali e scendi che è la vita, come lui l'ha definita si può sbagliare, l'importante per il suo e il bene di tutti è saperlo ammettere. Ha fatto del buono Lance, e potrebbe ancora farne altrettanto.
                                                                                                                      Bosio Beltrame Matteo