SEMBRA NON TROVARE MAI PACE MARCO PANTANI. IL 18 LUGLIO SARA' RESA NOTA LA LISTA DEI POSITIVI AL TOUR DEL 1998. SEMBRA ORMAI CERTO CHE IN QUELLA LISTA CI SIA ANCHE IL NOME DEL PIRATA. ECCO L'ARTICOLO DI MAURIZIO CROSETTI APPARSO SU REPUBBLICA.
Stanno per uccidere un morto e lo sanno. «Sì, consideriamo l' ipotesi di togliere Marco Pantani dall' albo d' oro del Tour de France 1998». Il signor Pat McQuaid è il presidente del ciclismo mondiale: negli anni dei grandi veleni era già l'uomo di poteri e favori, e lì è rimasto. Ora, dice che il verdetto postdatato sulle provette di quindici anni fa puÚ davvero cancellare per sempre i resti sportivi di Pantani (ma con Riis non lo fecero, perché?), vincitore in Francia nel ' 98, ultimo italiano a riuscirci dopo Felice Gimondi.
sfavillante della Corsica e dai colori più vivi al mondo, riesce a evitare il pensiero nero del 18 luglio. Una commissione di corridori guidata dal più anziano del gruppo, il tedesco Jens Voigt, 41 anni, ha chiesto al ministro francese dello sport Valérie Fourneyron di intercedere presso il Senato perché la lista dei dopati del ' 98 venga resa nota solo a corsa conclusa: «Quei veleni appartengono al passato, e noi saremmo screditati e offesi». Ma la richiesta degli atleti è stata fermamente respinta: nonostante i tempi lunghissimi di questa vicenda, iniziata addirittura quindici anni fa (i prelievi) e proseguita nel 2004 (i test), nel giorno della doppia ascesa all' Alpe d' Huez non si potrà evitare il fango postumo, anche se a volte il dolore coincide con la verità. Però, dopo tanto tempo, aspettare quattro giorni in più non avrebbe cambiato nulla. I fantasmi del doping e di Pantani saranno dunque i compagni della corsa, fino all'ultimo istante. «Questi signori cosa vogliono?» si domanda Beppe Martinelli, che del Pirata era il direttore sportivo e lo guidava dall' ammiraglia. Ora è qui, con i kazaki dell' Astana. «Pensano forse di cancellare tutti gli albi d' oro della storia? Fino a dove? Prima di parlare, certa gente dovrebbe fare più attenzione». Martinelli era parte in causa, e lo si può capire, tuttavia l' imbarazzo riguarda anche chi non venne mai neppure sfiorato dal caso-Pantani. Come Jonathan Vaughters, manager della Garmin-Sharp, che su Twitter scrive la frase che tutti pensano: «Marco è morto».
Ma una volta sola non basta.
da «La Repubblica» del 1 luglio 2013, a firma Maurizio Crosetti