ORFANI DI IVAN BASSO, E DUNQUE DI UN'UOMO PER LA CLASSIFICA GENERALE, GLI UOMINI DELLA CANNONDALE CORRONO TUTTI PER DAMINO CARUSO, DECIMO IERI SUL TRAGUARDO A BARDONECCHIA.
18 maggio 2013 – Il limite della sofferenza del gruppo al Giro d’Italia si alzato ancora. Oltre alla pioggia costante, come già successo nelle tappe scorse, la 14ma frazione (Cervere-Bardonecchia, 180 km) ha offerto pure la neve. I corridori l’hanno trovata sull’ultima salita, quella che portava a 1900 metri in località Jafferau. L’ascesa in quota è stata anche l’unica di giornata perché l’altra, il Sestriere (che doveva fare da “antipasto”) era stata cancellata in mattinata proprio a causa del cattivo tempo.
In una giornata che sarà difficile da dimenticare, Damiano Caruso ha portato a casa un soddisfacente decimo posto a 58” dalla coppia formata da Santambrogio (vincitore) e Nibali (maglia rosa).
“Sono soddisfatto della mia prova” ha spiegato Caruso “ma la cosa mi rimarrà più impressa sarà la durezza di questa giornata. Credo che si sia toccato il limite. Noi corridori siamo abituati a soffrire, ma un conto è quando succede per fatica, un altro per il vero e proprio dolore fisico. Sono onesto, non credo sia stato un grande spettacolo per il ciclismo. Abbiamo preso acqua, freddo e pure neve per tutto il giorno. E’ stato veramente difficile”.
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