SIAMO AL TOUR DEL 1952, NONA TAPPA, MULHOUSE-LOSANNA DI 238 KM, ARRIVA LA FUGA E UN'ITALIANO E' IN MAGLIA GIALLA. SANDRINO CARREA, ANGELO CUSTODE DI FAUSTO COPPI, RACCONTA QUEL GIORNO DI FESTA, ANCHE PER IL SUO CAPITANO CHE QUEL TOUR L'AVREBBE POI STRAVINTO.
"Quella maglia la presi per sbaglio" rispose Sandrino Carrea. Era il Tour del 1952, il migliore per Fausto ma anche per il suo fido gregario:"Le bici pesavano anche 13-14 chili, il doppio di quelle i adesso. Si pedalava su tubolari dalla sezione di 32 millimetri, così larghi che sembravano palloncini e portavamo borracce di ferro. Per non parlare delle strade, quella che saliva all'Ape d'Huez era una mulattiera. Recentemente sono tornato sulle strade del Tour in auto con mia moglie, abbiamo scalato l'Izoard e le ho fatto vedere i tornanti della stradina secondaria dove si passava allora, che adesso è chiusa, ci sono venuti i brividi a entrambi. Basti pensare che scendevamo giù anche ai sessanta orari".
Insomma succede che nella tappa numero nove di quel Tour, la Mulhouse- Losanna di 238 chilometri, arrivò al traguardo una fuga dove ero dentro anch'io. La tappa fu vinta dall'elvetico Walter Diggelmann, e mentre io mi stavo avviando verso l'albergo sento lo speaker chiamare il mio nome: Maillot jaune pour l'Italien Sandro Carrea!". Al momento ci rimanei male, quasi non ci credevo e temevo che Fausto si sarebbe arrabbiato. Nel frattempo, invece, sopraggiunse sul traguardo, e non dimenticherò mai il sorriso di gioia stampato sul suo volto. Capite? Lui il mio capitano che gioiva come un bambino per la mia maglia gialla! E pensare che io mi sentivo molto a disagio, perché pensavo di avergli fatto un torto, visto che la maglia gialla era roba sua, per veri campioni"
Ma dopo il giorno di festa tutto torno alla normalità e Sandrino si mise con anima e corpo al servizio del suo capitano scortandolo in giallo fino a Parigi:" Tant'è vero che il giorno dopo che si arrivava sull'Alpe d'Huez io mi rimisi, pur in maglia gialla, a tirare in salita per Fausto che stravinse la tappa, "strappandomi" così la maglia. In cima fu poi festa per entrambi e io per niente deluso della perdita del primato, appena lo raggiunsi gli dissi: " Oggi la maglia l'ha presa il vero padrone. Scusami se te l'ho rubata per un dì"
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Intervista tratta da : Fausto Coppi."Un solo uomo al comando", Paolo Alberati, Giunti, 2010.