Tanto era l'entusiasmo attorno alla figura del texano durante i suoi primi Tour de France che occhi e orecchie di tutti erano come avvolti da un velo che copriva la vera realtà dei fatti solo ora divenuti lampanti e sotto gli occhi di tutti. Un muro di bugie pari a pietra, è questo che David Walsh ha trovato nelle due ore, trascorse nella famosa intervista, difronte alla maschera di Lance. E' proprio da quell'intervista che iniziarono i dubbi sulle prestazioni dell'americano. Come poteva non sapere nulla dall'amico e compagno di camera incriminato per uso di sostanze dopanti Kevin Livingston nome poi che fu accostato già al tempo a quello di Michele Ferrari?