E' un Pinot bianco, annata 1990, più che mai frizzante e fresco, quello che taglia per primo il traguardo a Porrentruy, un bianco etichettato Fdj-Big-Mat. Il termine Pinot, in francese, sembra significhi pigna, o meglio, "piccola pigna", termine più che mai azzeccato per questo giovane che, con un'impresa solitaria, vince l'ottava tappa, una vera e propria classica, del Tour 2012. Un Pinot che sa di freschezza, un Pinot che sa di futuro, lo dice anche Paolo Savoldelli al termine della tappa:"Pinot è una bella promessa del ciclismo francese, ed è stato molto bravo a gestirsi, non era facile resistere al ritorno degli uomini di classifica, e infatti è stato l’unico a riuscirci". Molto si è dibattuto, in Francia, sulle numerose varietà di Pinot, bianco, grigio, nero, ma senza alcun dubbio, quella che è stata stappata ieri sulle strade del Tour è una bottiglia eccezionale, forse ancora acerba vista l'annata e dunque di un colore tendente al grigio, ma si sa, ad avvenuta fermantazione, il Pinot bianco, tende ad un colore giallo chiaro, giallo Tour. Solo il tempo ci potrà dire se avverrà tale maturazione, per ora, le premesse sono molto buone. "Voglio dividere la vittoria con il mio compagno Roy. Se non ci fosse stato lui a sacrificarsi per me non ce l'avrei mai fatta" dice Thibaut stremato a fine tappa."Però ho temuto di non farcela fino all'ultimo chilometro", queste le altre parole dette dal ventiduenne francese, ma alle quali aggiungerei quelle ''mostrate'' al traguardo sul braccio destro con il suo tatuaggio:" è proprio vero che solo la vittoria è bella." Parole tatuate in italiano, ma anche se, della nostra lingua non spiaccica una parola, parole quanto mai veritiere; lo ha saputo ieri Thibaut Pinot.
b.b.m