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giovedì 14 febbraio 2013

DAVIDE CASSANI: NON SCORDERO' MAI LA PRIMA VOLTA


NELLA BUFERA CHE STA ATTRAVERSANDO IL CICLISMO IN QUESTI GIORNI DAVIDE CASSANI SCEGLIE DI NON PARLARE PIU' DI CRONACA NERA, MA DI LASCIARSI CONSOLARE DAI DOLCI RICORDI DELLE SUE PRIME PEDALATE IN BICICLETTA.

E' San Valentino e Davide Cassani ricorda il suo primo amore per lei, la bicicletta. Ecco il post del ex corridore ora telecronista rai sul suo profilo Facebook: "Babbo, voglio correre in bicicletta. Sei troppo piccolo Davide, hai solo 9 anni, fai come tuo fratello, gioca a pallone che è meglio.  Mamma voglio correre in bicicletta e Babbo mi ha detto che sono troppo piccolo. Correre in bici? ma sei matto? No, no non se ne parla.
Babbo, voglio correre in bicicletta, mi compri una bicicletta? No Davide, hai solo 11 anni ma non ti diverti con il calcio? Si ma io voglio correre in bici. Mamma, Babbo non mi compra la bici riesci a convincerlo tu? No Davide, Se Babbo ha detto una cosa è quella. Babbo, perchè hai comprato la bicicletta a Fabio e a me no? Perchè tuo fratello ha 15 anni e tu 12. E' la sua prima corsa. Lo andiamo a vedere sulla Pergola, la salita sopra Faenza. Guardo mio padre, come al solito non parla ma basta guardarlo negli occhi per capire quanto sia felice nel vedere suo figlio correre in bicicletta. Passano le staffette, poi i primi, il gruppo, gli ultimi. Mio fratello non lo vediamo.  Risaliamo in macchina e mio Babbo come al solito resta zitto.Sarà perchè di mestiere fa il camionista, penso io. Lo guardo, gli occhi non sono più come prima, lo vedo che non è contento ma cerca di non farmelo capire. A quel punto sono io che gli dico: "Babbo, stai tranquillo perchè quando correrò io queste figure non le farò? Si voltò verso di me e sorrise. Era proprio bello mio Babbo quando rideva. Quella bici color grigio con i freni universal il cambio Campagnolo e i cerchi nisi diventò mia perchè mio fratello dopo quel ritiro non ne volle più sapere. A 13 anni ebbi il via libera non per correre ma per andarmene dove mi pareva. Quando incrociai la Via Emilia per la prima volta tutto solo capii di essere diventato grande e quando arrivai in cima ai 3 Monti senza scendere provai una soddisfazione che ancora oggi, se chiudo gli occhi, sento sulla mia pelle.  Mio Babbo è stato un grande perchè mai una volta si è intromesso nella mia vita ciclistica. Era talmente rispettoso che quando voleva sapere come stessi diceva a mia madre: "Maria, Davide come sta"